Si ricomincia

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Eccoci qua, spazio nuovo e nuovi spazi. Ancora non ci ho fatto l’abitudine nemmeno io e qualcosa è ancora da sistemare. Un po’ alla volta.
Grazie a danielerollo per il supporto tecnico (e non solo).
Cosa fate ancora lì? Accomodatevi.

spot the differences

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Con le nostre conversazioni serie si arricchiscono solo le compagnie telefoniche, dice Vasco Brondi; forse ha ragione, e infatti tu non rispondi.
Stamattina ho preso la macchina per andare al lavoro, non l’avessi mai fatto. Era parcheggiata davanti a una scuola, all’ora di uscita, altro che Caos Calmo
: due file di macchine in doppia fila, una per lato, genitori sovraeccitati in attesa dei figli e la mia macchina chiusa da un’idea.
Arrivato al lavoro trovo un agile parchegio in 24 manovre stretto tra le macchine a pettine di lato e un’altra in doppia fila di fronte
. Fuori, una sinfonia di clacson; dento, lo stereo diffonde le luci della centrale elettrica.

smettila!

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la corona e le spine

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menta e limone a Porto Selvaggio, ago e ittiolo a Leuca

Un po’ di vacanza non fa male, anzi, se non fosse che fra due giorni è agosto e saranno tutti in vacanza. Quest’estate guarda un po’, vado in Salento, dove troverò una marea di gente, poco posto in spiaggia e sugli scogli. Che vuoi fare, son le mode. Per fortuna passano anche quelle.
Non so se staccherò del tutto modem e telefonino, ma sono sicuro che passerò un po’ di tempo in zone dove arrivano solo i gestori greci o al massimo il doppino. E a ferragosto sarò di nuovo qua.

riconoscere

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La prima volta che ho sentito parlare della prosopagnosia era il 2003: stavo leggendo un articolo di Sofri. Mai più vista né sentita. Poi è ricomparsa, la prosopagnosia, durante una chiacchierata di metà maggio, vicino a campo dei fiori.
Ieri l’ho usata un’altra volta e dopo sono andato a cercare quell’articolo, ma per uno strano scherzo della memoria, il pezzo che io ricordavo, parlava di tutt’altro
: detenuti, o almeno così mi ricordavo.

playlist

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ma io ho voglia di parlare
di stare ad ascoltare
continuare a far l’asino
di comportarmi male
per poi non farlo più

capalbio è diversa dall’ultima volta: il sole d’estate ha seccato i campi verdi e le trebbiatrici hanno fatto il resto. l’ultima spiaggia è molto più affollata.
nella borsa, oltre a tanta sabbia c’è un costume nuovo, a righe, e un telo da mare
nuovo.
l’ipod è quasi scarico
, ha suonato per tanti chilometri tra il lazio e la toscana, fino a castiglione della pescaia.

altri frammenti
una pancia enorme: 2 gemelli
due sandali persi nella sabbia senza troppa attenzione
due sandali fatti artigianalmente
l’uomo che
sulla spiaggia vendeva ombrelli (e poi è cominciato a piovere)
i 5 fratelli del sabrina
erodere il tempo

metti una sera a testaccio federico zampaglione e giuliano sangiorgi. uno camicia bianca e panama, l’altro barba lunga e basco nero ai tavoli del contestaccio. finito il concerto dei lemmings, salgono sul palco, due chitarre elettriche, più basso e batteria, per oltre un’ora di improvvisazione.
dai doors ai police, rock e blues, per finire col vecchio frac in versione elettrica senza interruzioni e con tanto spazio all’improvviszione.
tra il pubblico poche ragazzine incredule e in delirio…

[continua]

surgery

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poche ore di attesa nella sala d’aspetto del reparto chirurgia possono annichilire un ipocondriaco, ma anche il più inguaribile ottimista ne uscirebbe un po’ preoccupato. è così poco confortante, mentre aspetti che ti trasportino in sala operatoria, scoprire che ci sono un sacco di patologie di cui non avevi mai sentito parlare, né in termini scientifici, né attraverso la spiegazione "volgare" dei pazienti e dei loro familiari ansiosi o che l’intervento prima del tuo ha avuto un imprevisto prolungamento.
anche il tragitto in barella, attraverso le corsie del reparto e su per degli ascensori tanto grandi quanto spogli, fino all’ingresso della "sala", ti dà sensazioni diverse da una puntata del dottor House, ma forse è solo una questione di punti di vista: non sei abituato a guardare il soffitto che scorre sopra di te da un piano all’altro, fino a scoprire un enorme riflettore puntato sulla tua testa (altro che occhio di bue) e un carrello pieno di ferri al tuo fianco.

il racconto si interrompe pochi istanti prima che compaia il sangue a causa di una temporanea perdita di sensibilità.

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